Il quadro internazionale
Il periodo successivo alla fine della pandemia non è stato soltanto una ripresa, nell’accezione di una continuazione di qualcosa che era stato interrotto. Infatti, dopo il 2021 la crescita economica ha assunto un carattere sensibilmente diverso rispetto agli anni passati, con un tratto comune che si potrebbe individuare nell’emergere di molteplici ostacoli.
Il periodo precedente era invece segnato dalla crescita degli scambi e delle interdipendenze globali, dalla disponibilità elevata di risorse finanziarie e dal venir meno della frammentazione geopolitica, che sembrava di poter archiviare fra i brutti ricordi dei tempi più bui. La crescita dei prezzi ha rappresentato una delle conseguenze più visibili dell’incontro fra le risorse abbondanti messe in circolo e i nuovi ostacoli.
Alla fine del 2023 la spinta al rialzo legata ai prezzi dell’energia sembrava esaurita, ma il livello dei prezzi internazionali per la maggior parte delle materie prime di base restava superiore del 30-50% rispetto al 2019, così come i prezzi alla produzione. Nei principali Paesi europei, la discesa dei prezzi alla produzione e il rallentamento dell’inflazione al consumo è dipesa essenzialmente dalla componente energetica, mentre si direbbe che la perdita di potere d’acquisto continui a pesare sul clima di fiducia delle famiglie.
La fiducia delle imprese è condizionata invece dalla difficoltà nel recuperare gli incrementi dei costi – visto il livello basso della domanda – e da un contesto sfavorevole agli investimenti, ulteriormente compromesso dall’incertezza legata agli sviluppi dei conflitti in corso. Le politiche di incremento dei tassi e di riduzione della liquidità rappresentano un fattore ulteriore di freno per la crescita e, in definitiva, il settore manifatturiero sperimenta un rallentamento diffuso, riflesso dalla frenata dei flussi del commercio globale.
Secondo i dati più recenti della Commissione Europea, la crescita dell’Unione Europea è stata pressoché nulla fra il terzo e quarto trimestre 2023, un dato che va contestualizzato nello scenario di frenata dell’inflazione (dal +11% del quarto trimestre 2022 a +3,4% fra ottobre e dicembre 2023) e di innalzamento dei tassi (+4,5% punti di incremento fra luglio 2022 e settembre 2023), mentre le prospettive sono di una crescita molto modesta nel 2024 (+0,9%).
Fuori dall’Europa, l’economia cinese è attesa in rallentamento, come conseguenza di un livello basso della domanda interna, frenata dalla crisi nel settore immobiliare. Negli Stati Uniti la crescita ha superato le attese nel 2023 (+2,5% rispetto al +1,9% del 2022) ed è prevista in lieve rallentamento nel 2024. I prezzi dei prodotti energetici potrebbero risentire negativamente dei conflitti in corso.
Per il momento, grazie al buon livello delle scorte e alle temperature medie relativamente elevate, le quotazioni di gas e petrolio hanno sperimentato oscillazioni modeste. Il prezzo del greggio per l’anno in corso sarebbe in lieve ribasso, così come quello del gas. I mercati finanziari sembrano scommettere su una discesa ordinata dei tassi di interesse, grazie al cambiamento delle politiche monetarie consentito dal rientro delle prospettive di inflazione.
La situazione in Italia
Sulla base dei dati preliminari, il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% nel quarto trimestre 2023, grazie ai servizi e costruzioni, portando la variazione per l’anno a +0,7% rispetto al 2022. Un certo miglioramento delle aspettative delle imprese segnala che anche l’industria potrebbe avvicinarsi al termine della fase di flessione.
La dinamica degli investimenti, cresciuti in modo brillante nel 2021-2022, si è arrestata nella seconda parte del 2023. I segnali di inversione di tendenza sono modesti, quali un recupero dei giudizi sulle condizioni per investire, un lieve miglioramento degli ordini per i produttori di beni strumentali, una crescita a fine anno degli investimenti in costruzioni, legata presumibilmente alla fine degli incentivi.
La realizzazione degli investimenti previsti dal PNRR risulterebbe quindi cruciale per sostenere la crescita. Nonostante la debolezza del ciclo economico, nel terzo trimestre 2023 il numero di occupati ha continuato a crescere, anche se meno rispetto al primo semestre (+0,3%). L’incremento ha interessato soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato, a fronte di una diminuzione per gli autonomi.
A dicembre gli indicatori sono ulteriormente migliorati: mentre il tasso di occupazione è salito al 61,9%, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,2%. Le retribuzioni contrattuali orarie nel settore privato non agricolo hanno accelerato al +3,0% su base annua, dal +1,9% dei mesi primaverili, soprattutto per l’adeguamento all’inflazione nel settore metalmeccanico e per gli incrementi previsti dai contratti vigenti nel comparto del legno.
La dinamica retributiva dovrebbe intensificarsi nel 2024 per effetto dei numerosi rinnovi attesi, sia nella manifattura che nei servizi privati. La crescita delle retribuzioni è stata inferiore (+2,9% su base annua), per un rallentamento delle componenti eccedenti i minimi. Tuttavia, l’andamento negativo della produttività media del lavoro ha causato un aumento ancora più robusto del costo del lavoro per unità di prodotto, salito nel complesso dell’economia del +5,0%, portatosi su livelli ampiamente superiori a quelli precedenti la crisi energetica.
La produzione industriale nell’area di Lucca e Pistoia
Nel quarto trimestre 2023 la produzione industriale dell’area Lucca-Pistoia-Prato è stata inferiore del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, proseguendo una discesa durata tutto l’anno. Si tratta di una flessione non troppo diversa dalla media nazionale giacché la produzione industriale italiana è diminuita del 2,8%. Rispetto al terzo trimestre del 2023, i livelli sono rimasti quasi fermi, tenendo conto dei fattori stagionali: -0,8% nell’area e -0,5% in Italia. Anche la flessione rispetto alla fine del 2022 è molto vicina alla media italiana.
Nel quarto trimestre 2023, sempre tenendo conto dei fattori stagionali, la produzione industriale dell’area è stata inferiore del 3,0% rispetto al quarto trimestre 2022, una riduzione praticamente uguale a quella che si può stimare per l’indice italiano nello stesso periodo (-2,7%).
L’andamento dei settori industriali è sempre meno contraddistinto dalle particolarità locali e sempre più condizionato dagli stessi fattori di contesto che frenano la crescita in Italia e nel mondo. Fra le caratteristiche che distinguono i dati dell’area, alcune sono tali soltanto entro l’orizzonte limitato all’ultimo anno, mentre si stemperano o finiscono per annullarsi in un’ottica più ampia, che comprenda l’anno precedente la pandemia.
I settori metalmeccanici nel loro insieme sono stati quasi in pareggio, sia nel quarto trimestre che nell’arco dell’intero 2023. Nella metallurgia e prodotti in metallo il livello è tornato all’incirca sui valori del 2019, così come per il comparto dei macchinari. L’andamento della carta-cartotecnica è stato migliore a Lucca, Pistoia, Prato rispetto al contesto italiano, forse anche come conseguenza della differente composizione delle specializzazioni produttive, che nell’area corrisponde essenzialmente al tissue. Nel quarto trimestre 2023, la produzione industriale lucchese nel complesso non ha registrato alcuna variazione rispetto allo stesso periodo del 2022, facendo di nuovo meglio dell’Italia che chiude il trimestre a -2,8% e della media dell’area Lucca Pistoia Prato (-3,4%).
Il miglioramento dell’attività manifatturiera è accompagnato da una moderata crescita della raccolta ordini (+1,8% in valore, rispetto al quarto trimestre 2022 sui mercati esteri e +0,4% il mercato interno); in termini destagionalizzati, il portafoglio complessivo aumenta di poco (+0,6%) rispetto al terzo trimestre 2023, con una crescita sull’Italia e una diminuzione sull’estero.
L’andamento dei settori
La produzione del settore cartario in Italia, pur segnando un miglioramento congiunturale nel terzo trimestre (+2,9%), chiude il 2023 con una diminuzione del -12,7% sul 2022.
A Lucca la produzione cartaria procede all’insegna della stabilità, concludendo l’anno con l’asticella a quota +1% sul 2022, con un aumento congiunturale del +1,3% rispetto al terzo trimestre 2023 (dati destagionalizzati). La variazione del valore della raccolta ordini torna positiva rispetto al 2022 (+1,3%), in leggero miglioramento anche sul trimestre precedente (+0,8%). Le previsioni tiepide delle imprese per il primo trimestre 2024 indicano aspettative di un assai moderato aumento della produzione e di possibili nuovi ordini esteri, mentre per l’Italia ci si aspetta una situazione degli ordinativi pressoché invariata.
Nell’elettromeccanica – che a Lucca comprende i produttori di macchine per l’industria cartaria – la produzione del periodo ottobre-dicembre 2023 si riporta in positivo sul 2022 (+2,6%) e continua a migliorare rispetto al trimestre precedente (+2,2% in termini destagionalizzati), con oscillazioni che nel complesso sembrano riflettere un andamento delle attività abbastanza regolare.
L’elettromeccanica lucchese nel 2022 è cresciuta di più rispetto al settore italiano e nel 2023 ha chiuso su una media annuale del -0,4% contro il -1,4% dell’Italia. Tuttavia il valore della raccolta ordini esteri del quarto trimestre si trova in una dinamica di rallentamento; a fronte di un aumento tendenziale della raccolta estera (+4,6%), si sono registrati un calo congiunturale sempre sull’estero (-2,3%) e uno più consistente sia tendenziale che congiunturale sulla raccolta interna (-5% e -6,2%).
Le previsioni per la produzione del primo trimestre del 2024 sono prudenti, mentre le aspettative per la possibile raccolta ordini sono leggermente negative per l’estero e orientate verso il mantenimento dello stato attuale in Italia.
A Pistoia il settore metalmeccanico è cresciuto anche nell’ultimo scorcio dell’anno, soltanto un po’ in rallentamento rispetto alla prima parte (+2,1% tendenziale). Il dato di crescita della produzione, nonostante l’andamento a fasi alterne del portafoglio ordini, distingue il settore in modo positivo all’interno della manifattura pistoiese. Occorre tener presente il peso specifico del settore dei mezzi di trasporto, per inquadrare correttamente tale risultato.
Nelle previsioni compare un peggioramento atteso nell’acquisizione di ordini durante la prima parte del 2024, ma i livelli produttivi sono attesi in crescita. Per la carta-cartotecnica pistoiese infine i livelli produttivi sono aumentati nell’ultimo trimestre 2023, in accelerazione rispetto al trimestre precedente, recuperando parte del terreno perso nella prima parte dell’anno. Le previsioni non sono ottimistiche, ma orientate alla conferma dei livelli raggiunti.
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